L'attrezzatura per il trekking, qui comincia l'avventura, quali sono i materiali migliori per affrontare in sicurezza un viaggio a cavallo? Ce lo spiega un esperto che ha fatto del trekking in montagna una ragione di vita.
Approfittiamo ancora una volta dell’esperienza dell’Alpitrek, i professionisti dell’escursionismo a cavallo, sembrerà in controtendenza col modo di pensare consumistico di oggi e a qualche selleria non piacerà, ma crediamo che la tradizione sia da mantenere e l’esperienza di popoli che hanno vissuto coi cavalli non si cancelli in un ventennio, neppure con l’avvento dell’era industriale e delle nuove tecnologie………
Poi volete paragonare l’odore del cuoio ingrassato, usato, sudato, vissuto…! con la microfibra, cordura o altro!!
“il paese ha cancellato con un colpo di spugna vecchie esperienze
le persone credono di "conoscere" soprattutto quelle che poco conoscono
le opinioni personali diventano totalitarie del niente moltiplicandosi esponenzialmente
ognuno ha diritto a dire la sua senza la minima vergogna
ignoranza e professionalità sono ormai sullo stesso piano”
tenendo conto la premessa ecco
LA SELLA da trekking dell'ALPITREK
semplicissima sella da caccia con qualche lieve modifica
ormai i modelli di selle sono innumerevoli, un tempo ne esistevano due tipi :una da lavoro una per l'equitazione, la finalità della prima era evidente, quella della seconda fine a se stessa, i mercanti resi forti dall'ignoranza della gente hanno prodotto l'orrore di selle ibride, ovviamente hanno avuto discreto successo commerciale
Il "metodo" ? cosa è?
serve solo ai concorsisti della vechia generazione; la sella deve essere comoda,
comoda per il cavaliere,
contatto leggerezza eleganza non servono più
nel 1989 l'alpitrek aveva avuto l'ardire di chiedere al signor Stubben in persona di fare una sella da trekking con caratteristiche particolari, quelle che vedete annotate nella foto, doveva essere una sella robusta, leggera, con cuoio resistente alle avversità atmosferiche e che rispettasse il "metodo"
si era andati nel quartier generale in svizzera,il signor Stubben era persona squisita, competente e quindi umile, aveva ascoltato le nostre esigenze capendole e in alcuni mesi aveva prodotto il tipo di sella che vedete in foto, sono passati molti anni e quella sella è sempre rimasta a suo posto, sul garrese, sotto la testa cuscino per la notte, sotto il sole della Spagna e della Russia, sotto l'acqua e la neve delle montagne
tranquilla gente non è un discorso commerciale questo ma solo una storia, la stubben ne ha prodotte un centinaio o poco più ma non hanno avuto fortuna in quanto i sellai hanno avuto difficoltà a venderle , la sella rispettava un metodo che ormai pochi sapevano cosa era
1) Imbottitura dei cuscini quantitativamente calibrata per favorire la ripartizione dei pesi evitando fiaccature al cavallo
2) Seggio profondo con arco anteriore e paletta lievemente rilevati per consentire il mantenimento dell'assetto, senza sforzo anche in prolungati pendii
3) Quartiere giustamente conformato con lieve rialzo anteriore per dare buon alloggiamento al ginocchio e consentire una staffatura corretta al lavoro del trekking.
4) Serie di campanelle anteriori e alla mammella per consentire punto di aggancio al carico
5) Sella rinforzata anteriormente al quartiere e protetta onde evitare i danni determinati dal continuo sfregamento dei rami che si incontrano nella boscaglia
6) Sella rinforzata con doppia cucitura e cuoio alla sommità della paletta
7) Staffile Stubben
8) Staffa pesante in acciaio
la stessa sella nel 2010, vent'anni dopo, stesso feltro, stesse bisacce, stesso machete, logori loro logoro io, la coperta no è stata cambiata, sul merinos si usa per il lavoro in piano, per superare gli ostacoli, il cuoio al vegetale non ha mai dato problemi, sbattuta per terra o caricata sui camion, sempre con grazia, ha congiunto il cavallo al cavaliere per molti anni in tutta Europa , su campi da lavoro e su tutti i tipi di terreno
sono affezionato a questa sella
M.F.
ATTREZZATURA e PRATICA
All’Italiana (oggi dicono Inglese ma la monta viene da Caprilli che era Italiano) o all’Americana (oggi Western ) le cose non cambiano, ogni cavaliere monta con la sella con cui si trova meglio; certo è che quella detta all’Italiana sgrava il nostro cavallo di almeno 6-7 Kg. … e credeteci sulle lunghe distanze portarsi dietro un peso inferiore fa la differenza. Alcuni cavalieri sostengono che la sella Americana distribuisce più uniformemente il peso sulla schiena del cavallo, mentre la sella all’Italiana, sebbene più leggera lo concentri sui cuscini di appoggio, gravando quindi su un’area più ristretta di muscolatura della schiena. Non traiamo conclusioni lasciando libertà di pensiero e scelta al singolo essendo, secondo noi, entrambi concetti logici.
Scontato che useremo la sella che utilizziamo tutti giorni, così come i finimenti non dovranno mai essere “nuovi”, un’uscita di trekking a cavallo necessita di molta attrezzatura, soprattutto se si tratta di un percorso articolato su più giornate.
Tutto l’equipaggiamento deve però tenere in considerazione un elemento primario: il peso; il cavallo infatti non può sobbarcarsi un peso eccessivo. Tutto l’equipaggiamento per il trekking dovrà quindi essere improntato alla leggerezza ed all’essenzialità.
Sono prima di tutto necessarie borse robuste ed impermeabili, se sono in pelle è bene tenerle periodicamente ingrassate per aumentarne l’impermeabilità.
I veri trekker porteranno con se anche l’occorrente per riferrare il cavallo nel caso perda un ferro, l’evento potrebbe rovinare l’escursione, quindi è bene partire preparati.
Non sarà solo il cavallo a dover camminare; infatti lungo salite e discese particolarmente ripide e quando si superano le 5/6 ore di sella il cavaliere dovrà smontare e proseguire a piedi col cavallo al seguito. Per ben muoversi su terreni accidentati sarà bene munirsi di scarpe da montagna robuste, ma non troppo per non rischiare di rimanere staffati in caso di caduta, ed impermeabili.
Altri materiali essenziali sono l’impermeabile, preferibilmente una classica cerata evitando possibilmente colori sgargianti.
Per il resto il cavaliere può vestirsi come meglio crede, tenendo opportunamente in considerazione le condizioni atmosferiche previste e le altitudini che intende raggiungere; l’attrezzatura consigliata per l’escursionismo a piedi, ad esclusione dello zaino che in alcun modo deve essere utilizzato a cavallo per evidenti motivi di assetto ed equilibrio, potrà essere utile. Inoltre è bene avere sempre con se in cintura un coltello, esso tornerà molto utile in diversi frangenti. Infine da non dimenticare mai è la borraccia, che servirà soprattutto per il cavaliere, ma nei casi di emergenza anche per il cavallo.
E’ bene poi prepararsi con cibo essiccato per il cavaliere e una musetta con l’avena per il cavallo, sarà sempre utile in ogni caso, anche se sono previste altre tappe di ristoro.
I più avventurosi ed esperti possono fare escursioni articolate su più giorni senza pianificare dei punti tappa organizzati; in questo caso diventa importante munirsi di altri materiali ed equipaggiamenti: la tenda o il telo tenda ed il sacco a pelo diventano fondamentali, come pure la torcia, un fornelletto ed una coperta impermeabile per proteggere il cavallo dalla pioggia e dal freddo della notte oltre a profende per il cavallo energetiche ad integrazione del pascolo che avrete cura di trovare per lui. In questo caso diventerebbe molto utile il cavallo e/o il mulo da soma…. ma qui entriamo nel campo del trekking someggiato riservato a pochi e veri esperti del settore.
Sarà utile in questi casi conoscere anche le basilari norme di sopravvivenza: saper fare i principali nodi, e saper costruire attrezzature e ripari di fortuna, nozioni di primo soccorso sia umano che animale ed avere con se qualche medicinale (anche per il cavallo tipo miorilassante e cortisonici).
Importantissimo è avere nozioni e materiale cartografico (possibilmente scala 1:25000) sui luoghi che intendete percorrere attendibili ed aggiornate. Consigliamo inoltre di informarvi prima della partenza sulla eventuale esistenza nei dintorni del vostro itinerario della presenza di maneggi, guide e/o privati esperi ( munirsi dei loro numeri di telefono) che possano in caso di bisogno darvi delle indicazioni o allertare in caso di bisogno per piccoli contrattempi. In caso di vera emergenza rivolgersi sempre al 118 con le modalità descritte già in precedenza nella parte riservata all’escursionismo.